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a cura della de.it.press

redazione: Tobia Bassanelli

webmaster: Antonio Caponegro

 

Acli Baviera. Il 26° anniversario dell’assassinio dei Giudici Falcone e Borsellino

 

Proprio in questi giorni, nel 1992, lungo l’autostrada, a Capaci, il Giudice Falcone e i suoi Uomini di scorta cadevano vittime di un vile attentato di matrice mafiosa. Un boato che spegneva le vite di Servitori dello Stato, ma che rendeva quel sacrificio un faro, ancora oggi, contro le organizzazioni di criminalità che oscurano il futuro di un Popolo, che sfregiano le aspirazioni di nuove generazioni, che imbarbariscono un’immagine di società protesa verso lo sviluppo nel rispetto di valori di libertà e democrazia, in opposizione alle occulte forze del male.

Il 19 luglio 1992, a Palermo il Giudice Borsellino, la sua scorta ed innocenti, cadevano vittime della cruenta mano della mafia, una strage annunciata, un affronto all’intera Città, una sfida allo Stato.

Le ACLI Baviera, in occasione del 26° anniversario di atroci delitti che, a distanza di qualche mese, riproponeva la crudeltà e l’efferatezza dell’attentato a Capaci al Giudice Falcone, di criminali mafiosi senza scrupoli e rispetto, richiamano la società civile, tutta, ad un’opposizione senza tregua, a mantenere alti i valori e le finalità di giustizia e legalità che in Sicilia, e non solo, Magistrati del rango di Falcone e Borsellino con elevato senso del bene comune hanno sempre proposto ed affermato.

Proprio il sacrificio di Peppino Impastato, a 40 anni dalla sua scomparsa per mano della mafia, ricalca, nella sua attualità, la sua forte, incisiva, severa condanna del cancro mafioso nella consapevolezza dei rischi collegati alla sua opera di diffusione mediatica.

Risuonano ancora nella Valle dei Templi di Agrigento le parole abbaglianti, di contagiosa commozione di Papa Giovanni Paolo II: “Mafiosi , pentitevi! Verrà il giorno del giudizio di Dio!“. Un urlo agghiacciante per chi crede nella religione cristiana di tremenda, definitiva punizione.

Il Giudice Borsellino, anche convinto che la mafia fosse usata come paravento per celare inadempienze, inefficienze, atti illeciti, propugnava un movimento antimafia che favorisse la crescita sociale, eliminasse le disuguaglianze, diffondesse lavoro e benessere. La mafia si combatte mostrando la sua vera identità liberticida e carogna per affermare che piú ancora della militanza ,bisogna estirpare e debellare i comportanti che appartengono alla mentalità mafiosa.

L’intera classe politica siciliana ed il nuovo nascente Governo a livello nazionale, avrà il compito, con lucida determinazione, di superare gli atteggiamenti prevaricatori, da parassiti, tipici della cultura mafiosa diffusa e, ancora percepibile nella corruzione prevaricante, nella gestione clientelare della politica, nella mancata difesa e protezione dell’ambiente e nell’inadeguata proposta turistica e valorizzazione del patrimonio culturale.

Spesso i luoghi in cui si nasce impongono sugli esseri umani quasi un’irredimibile tirannia, un’inesorabile dittatura dalla quale non tutti riescono a salvarsi. Ma in tutti noi, società civile esempi di vita e di sacrificio come nel caso di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino impongono il risveglio delle coscienze, oggi, domani, sempre!

Comm. Carmine Macaluso, Presidente ACLI Baviera