Novembre
2019
COMUNICATO
DELLE ACLI BAVIERA
Le
ACLI Baviera denunciano con veemenza le drastiche riduzioni di bilancio che
nella finanziaria sono previsti per gli Italiani che vivono il mondo, riducendo
l’intervento complessivo, rispetto ai passati capitoli di spesa di decine di
milioni di euro.
Un pesante segno negativo che collassa rispetto ai contributi agli Enti
gestori per l’insegnamento e diffusione della lingua
e cultura italiana, per l’assistenza diretta ai connazionali indigenti,
per le attività culturali della rete diplomatico-consolare e penalizza
ulteriormente il CGIE ed i Comites nel mondo e, soprattutto,
il mondo delle Associazioni che con spirito di servizio, aggregano le Collettività e, con attivo volontariato,
profilano la presenza e l’impegno degli italiani nei processi d’integrazione europea. Questa
espressione politica di tagli riferiti agli taliani all’estero non può
considerarsi una semplicistica razionalizzazione della spesa pubblica o
beffardamente un consolidamento positivo e stabile delle Comunità italiane
all’estero o stucchevolmente un’opportunità per liberarsi dai retaggi di un
indiscriminato assistenzialismo: niente di tutto ciò, avviene puramente un
processo di destrutturazione.
Ci saremmo attesi dal Governo italiano un’attenzione per strutture
consolari efficaci ed efficienti, per
un adeguato quanto necessario finanziamento per l’insegnamento e la
promozione della lingua e cultura italiana nel mondo,
per un’assistenza sociale e previdenziale che meritasse questo
appellativo, per un
rilancio del mondo associativo, di iniziative culturali e sportive, tutti beni
irrinunciabili. Bene: accade proprio il contrario! Non si tratta di perpetrare
mentalità assistenzialista, ma assicurare le premesse per un intervento serio e
sensato nei processi di valorizzazione della risorsa in più rappresentata dalla
presenza di comunità italiane numerose nei cinque continenti. È una sentenza
di asfissia per gli Istituti di Cultura italiana all’estero, per
l’articolato mondo associativo italiano all’estero, per un’immagine ed un
profilo di italianità, sano e propositivo, a supporto anche dell’economia del
Paese, per essere direttamente e mediatori del consumo di prodotti tipici
italiani, dall’automobile,
alla moda,
dall’artigianato alla gastronomia.
Le drastiche decurtazioni scoprono gli altari e rivelano un’ipocrisia
politica che alle illusioni delle parole da parte del Governo contrappone la
miopia delle risorse.
Le elezioni dei Comites e del CGIE previste nella primavera dell’anno
2020 in riferimento alle quali, a pochi mesi di distanza non esistono certezze e
programmazioni,
rappresentano anch’esse una ferita profonda,
non solo per il significato intrinseco del mandato di rappresentanza
diretto, democratico e popolare ad esso collegato, ma soprattutto segnala una
mancata sensibilità politica ed un non riconoscimento all’impegno profuso da
questi organismi, spesso supportati da mezzi,
strutture e risorse limitate.
Le ACLI Baviera, a servizio dell’emigrazione italiana da oltre
sessant’anni, con il proprio Movimento e Servizi, richiedono che rispetto alla
problematica dell’immigrazione e le soluzioni di regolamentazione del fenomeno
in Italia, il Legislatore, appunto perché da più di secolo e fino ad oggi più che mai Paese d’emigrazione,
sia precursore e lungimirante nello stesso tempo.
Il Presidente Regionale
Comm.
Carmine Macaluso