È
a rischio, a causa del taglio di 150 milioni previsto dalla Legge
di stabilità, l'assistenza gratuita ai cittadini italiani e stranieri su
92 tipologie di servizi che abbracciano tutto l'arco della vita, dalla
maternità anticipata ai ratei di pensione post-mortem.
Per questo “la riduzione del 35% dell'aliquota previdenziale destinata ad
alimentare il fondo patronati non costituisce un risparmio per nessuno.
Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di
lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di
usufruire dei servizi gratuiti dei patronati”. Lo affermano in una nota
unitaria i patronati Acli, Inas, Inca e Ital, i quali per scongiurare i
pesanti effetti sociali di questa misura “che minerebbe seriamente la tenuta
del sistema di welfare del nostro Paese, avvieranno una mobilitazione sia a
livello nazionale che locale, per sensibilizzare l'opinione pubblica e far comprendere
al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente la
proposta contenuta nella legge di stabilità”.
È subito partita la petizione "No ai tagli ai
patronati" per raccogliere le firme dei cittadini e delle
cittadine in tutte le sedi dei Patronati, per chiedere al governo modifiche
sostanziali della norma.
Nel corso di questo mese di novembre, Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la
giornata nazionale della tutela, con manifestazioni territoriali per
sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi conseguenti alla
consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori,
delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini
stranieri, degli italiani all’estero e delle famiglie.
Inoltre, saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell'Inps,
dell'Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare
sulla legge di Stabilità.
I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di
Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini.
Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti
previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi
finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di
perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici
complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone.
Per questo, afferma il comunicato congiunto, si tratta di “una scelta
scellerata che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che
rimangono l'unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei
pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani
all’estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi
gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e
assistenziali cui hanno diritto. L’uguaglianza di accesso ai diritti sarà
cancellata. Ed inoltre, per svolgere lo stesso lavoro, oggi compiuto dai
Patronati, la Pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa
6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000
persone. Il costo complessivo per la Pubblica amministrazione (Inps, Inail e
ministero dell’Interno) sarebbe di 657 milioni di euro".