COMITES
Monaco di Baviera - München
Intervento
del Presidente
in occasione della commemorazione dei defunti
e
dei caduti di tutte le guerre
e
della celebrazione
della giornata dell'unità nazionale
e
della
festa delle forze armate a Monaco
(1
novembre 2011)
Gentile
Ministro, gentili autorità, signore e signori,
come ogni anno, ci ritroviamo qui uniti per una molteplice celebrazione:
per ricordare i nostri defunti ed i caduti di tutte le guerre e per
festeggiare la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
E quest'anno è per la prima volta con noi il Ministro Filippo Scammacca
del Murgo e dell'Agnone, al quale rivolgo il saluto di tutta la comunità,
nella convinzione che il nostro sarà un cammino di collaborazione ed
impegno comune a favore degli italiani che vivono in Baviera.
Così come saluto i rappresentanti delle Forze Armate qui presenti: oggi
è anche la loro giornata ed un pensiero va ai nostri connazionali in
divisa impegnati col rischio della vita in importanti missioni di pace in
tutto il mondo. Ed assieme ad essi voglio qui ricordare anche tutti gli
altri “corpi di pace”, sia professionali che volontari (del servizio
civile, dei vigili del fuoco, e così via) che ovunque si impegnano a
favore e beneficio delle collettività.
Non sono giorni facili, per noi, i nostri paesi, il mondo intero. La crisi
economica ed i suoi frutti velenosi – primo fra tutti la disoccupazione
– sono sulle pagine dei giornali e seminano insicurezza e paura.
Ma proprio per questo è importante ritrovarci qui, oggi. Per stare
accanto ai nostri cari che non ci sono più, cercando nei ricordi e nei
sentimenti che ci legano a loro il senso del nostro stare in questo mondo
e la forza per affrontare le avversità.
Ma anche per stare almeno per un momento tutti insieme, e riaffermare
così il senso della comunità e della solidarietà, unico antidoto alla
paura ed alla solitudine cui rischia di condannarci questo mondo, in cui
la sola cosa importante sembra sia la corsa per il denaro e il successo.
Una comunità unita, come unito è il nostro Paese d'origine, l'Italia,
che quest'anno compie 150 anni e che proprio grazie alla sua unità è
potuto crescere e prosperare.
Come ha detto il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano -
infatti - non si può negare o anche solo dimenticare “il salto di
qualità che l'Italia tutta, unendosi, fece verso l'ingresso a vele
spiegate nell'Europa moderna”. Senza quell'atto fondativo di 150 anni fa
saremmo tutti più poveri, più soli, più deboli. Certo, l'Italia deve e
può risolvere i suoi problemi, deve e può (e cito ancora il Presidente)
“nel medio e lungo periodo crescere di più e meglio, ma può riuscirvi
solo se crescerà insieme”.
E questo crescere insieme si traduce anche per noi in tante consapevolezze
importanti.
Prima fra tutte – lo so, lo ripeto ogni anno, ma non vogliatemene –
quella dell'importanza dell'educazione dei nostri ragazzi, che devono
essere seguiti ed aiutati negli studi, pena la loro esclusione futura.
Ma poi anche la consapevolezza che viviamo in questa società e che
dobbiamo partecipare alla sua vita culturale, sociale, politica. Cogliamo
tutte le occasioni per essere cittadini sempre più partecipi ed attivi
anche qui, nel paese in cui viviamo. Sfruttiamo la possibilità della
doppia cittadinanza. Diventiamo cittadini a pieno titolo, ed attraverso la
partecipazione rafforziamo la voce della comunità italiana nella società
locale. Per noi stessi, ma anche per i nostri concittadini più deboli,
con minor mezzi o in difficoltà. Perché l'integrazione passa
necessariamente attraverso la partecipazione attiva, il rendersi
interlocutori partecipi, credibili e quindi ascoltati.
L'anno prossimo dovrebbero esserci le elezioni per il rinnovo del Comites
(se il Governo non deciderà di rinviarle nuovamente). Io mi auguro non
solo una alta affluenza al voto, ma invito soprattutto i più giovani a
farsi avanti, a partecipare alla formazione delle liste e dei programmi,
perché c'è bisogno delle loro energie e delle loro idee, perché anche
nei comitati di rappresentanza c'è bisogno di aria fresca ed innovativa:
è ora che una nuova generazione raccolga la bandiera dell'impegno e della
proposta dalle mani delle generazioni che li hanno preceduti! Altrimenti
gli organismi democratici si svuoteranno di significato e si spegneranno,
ma allora tutti noi verremo privati di alcuni dei pochi strumenti che
abbiamo per fare sentire la nostra voce.
Io auguro a tutti noi che momenti come quello che stiamo vivendo non si
concludano con la fine della cerimonia.
Io auguro a tutti noi che lo spirito di unità e responsabilità
collettiva che ci unisce ora resti con noi anche nella vita quotidiana.
Io auguro a tutti noi un anno di serenità, di solidarietà, di
partecipazione.
Grazie.
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